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SOLUZIONE 5 LETTERE: SANSA 

Sansa e l’economia circolare: come recuperare il residuo degli oleifici

Il processo di estrazione dell’olio dalle olive porta alla formazione di un sottoprodotto chiamato Sansa, costituito dalle parti solide della pasta di olive rimaste dopo la fase di spremitura. Fino a pochi anni fa questo residuo veniva considerato un rifiuto da smaltire, ma oggi diverse ricerche hanno dimostrato come sia possibile sfruttarlo in ottica di economia circolare.

La Sansa infatti contiene ancora tracce di sostanze preziose come olii essenziali, polifenoli e fibre che possono essere recuperate mediante appositi processi di estrazione. In molti casi viene reimpiegata come ammendante naturale per i terreni, grazie al suo elevato contenuto in potassio e calce. Alcune aziende stanno inoltre valutando la possibilità di produrre biogas da questo residuo tramite digestione anaerobica.

Nelle regioni dove l’olivicoltura è molto diffusa, la gestione della Sansa rappresenta una sfida importante sia dal punto di vista ambientale che economico. Recuperarne le sostanze preziose anziché smaltirla come rifiuto può creare nuove opportunità occupazionali e di business, promuovendo allo stesso tempo una filiera dell’olio moderna e sostenibile.

Esistono già alcune realtà impegnate in progetti di economia circolare che sfruttano appieno le potenzialità di questo sottoprodotto. Ad esempio:

• Sansa River, start-up che estrae dalla Sansa oli essenziali, polifenoli e fibra alimentare da reimpiegare nell’industria cosmetica e alimentare
• Sansatico, impresa che produce concimi e ammendanti naturali a base di Sansa

In futuro è possibile che verranno sviluppate ulteriori applicazioni capaci di dare nuova vita e valore a questo materiale di scarto, nell’ottica di una produzione olivicola sempre più circolare e sostenibile.