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SOLUZIONE 11 LETTERE: BASTONCELLI  Cellule della rétina Dizy La straordinaria struttura e funzione dei bastoncelli retinici: le cellule che ci permettono di vedere al buio

La straordinaria struttura e funzione dei bastoncelli retinici: le cellule che ci permettono di vedere al buio

La retina è uno strato sottile di tessuto nervoso che riveste la parte posteriore dell’occhio, contiene diversi tipi di cellule fotorecettrici responsabili della conversione della luce in segnali elettrici. Tra queste cellule, i bastoncelli svolgono un ruolo fondamentale nella visione in condizioni di scarsa illuminazione. Questi recettori specializzati, che devono il loro nome alla forma allungata e cilindrica, costituiscono circa il 95% dei fotorecettori presenti nella retina umana, con circa 120 milioni di bastoncelli per occhio, distribuiti principalmente nella zona periferica della retina.

Scopri di più sulla struttura della retina su NCBI

Anatomia e struttura dei bastoncelli retinici

I bastoncelli presentano una struttura altamente specializzata che riflette perfettamente la loro funzione. Dal punto di vista anatomico, ogni bastoncello è composto da un segmento esterno, un segmento interno, un corpo cellulare e una terminazione sinaptica. Il segmento esterno contiene dischi membranosi impilati, ricchi di rodopsina, il pigmento visivo sensibile alla luce. Questi dischi vengono continuamente rinnovati: quelli nuovi si formano alla base del segmento esterno, mentre quelli vecchi, all’apice, vengono fagocitati dall’epitelio pigmentato retinico. Questa caratteristica rende i bastoncelli un esempio affascinante di cellule in costante rinnovamento.

Leggi l’articolo scientifico su Nature sull’anatomia dei fotorecettori

La rodopsina: il segreto dell’estrema sensibilità

Al centro della straordinaria capacità dei bastoncelli di rilevare anche singoli fotoni di luce c’è la rodopsina, una proteina fotosensibile composta da opsina (proteina transmembrana) e retinale (derivato della vitamina A). Quando un fotone colpisce la rodopsina, il retinale cambia la sua configurazione da 11-cis a trans, innescando una cascata di reazioni biochimiche. Questa trasformazione molecolare è così efficiente che un singolo bastoncello può rispondere anche a un solo fotone, rendendo questi recettori circa 100 volte più sensibili dei coni alla luce. Questa straordinaria sensibilità è il motivo per cui i bastoncelli sono fondamentali per la visione notturna o scotopica.

Approfondisci la biochimica della rodopsina su ScienceDirect

Il percorso del segnale visivo: dalla retina al cervello

Una volta che i bastoncelli hanno trasformato la luce in segnali elettrici, questi messaggi vengono elaborati attraverso un sofisticato circuito neurale prima di raggiungere il cervello. A differenza dei coni, i bastoncelli convergono in gran numero su singole cellule bipolari, aumentando ulteriormente la sensibilità alla luce. Questo significa che i segnali di molti bastoncelli vengono sommati per produrre un segnale più forte, consentendo la visione in condizioni di scarsa illuminazione. Questa elevata convergenza, tuttavia, riduce l’acuità visiva durante la visione scotopica, motivo per cui di notte distinguiamo principalmente forme e movimento, piuttosto che dettagli fini o colori.

Esplora il percorso visivo sul sito dell’American Academy of Ophthalmology

Adattamento all’oscurità: il ruolo cruciale dei bastoncelli

L’adattamento all’oscurità, quel processo che permette ai nostri occhi di vedere progressivamente meglio quando passiamo da un ambiente luminoso a uno buio, dipende in gran parte dai bastoncelli. Questo fenomeno, che può richiedere fino a 30 minuti per completarsi, coinvolge diversi meccanismi: la dilatazione della pupilla, la rigenerazione della rodopsina e modifiche nella sensibilità delle vie retiniche. Durante questo periodo, i bastoncelli aumentano drammaticamente la loro sensibilità, permettendoci di percepire la luce fino a 100.000 volte più debole rispetto a quanto possibile in piena luce del giorno, una caratteristica che è stata essenziale per la sopravvivenza umana durante l’evoluzione.

Scopri i meccanismi dell’adattamento all’oscurità su Webvision

Patologie associate ai bastoncelli retinici

Diverse condizioni patologiche possono colpire selettivamente i bastoncelli retinici. La retinite pigmentosa, ad esempio, è un gruppo di malattie ereditarie caratterizzate dalla degenerazione progressiva dei bastoncelli, seguita dai coni. I primi sintomi includono tipicamente la cecità notturna e la restrizione del campo visivo periferico, riflettendo proprio la distribuzione e la funzione dei bastoncelli. Altre condizioni, come la malattia di Oguchi e la cecità notturna congenita stazionaria, coinvolgono difetti nei meccanismi di trasduzione del segnale nei bastoncelli o nel metabolismo della rodopsina, evidenziando l’importanza di queste cellule per una visione normale.

Informazioni sulla retinite pigmentosa dalla Foundation Fighting Blindness

Le recenti scoperte e le prospettive future

La ricerca sui bastoncelli retinici continua a rivelare nuovi aspetti affascinanti di queste cellule. Recenti studi hanno dimostrato che i bastoncelli potrebbero avere funzioni che vanno oltre la semplice fototrasduzioni, come la regolazione del ritmo circadiano e persino l’influenza sul tono dell’umore. Inoltre, i progressi nelle tecniche di riprogrammazione cellulare e terapia genica offrono prospettive promettenti per il trattamento delle malattie che colpiscono i bastoncelli. Queste nuove frontiere della ricerca non solo ampliano la nostra comprensione della biologia retinica, ma aprono anche strade innovative per prevenire o curare la cecità associata alla degenerazione dei bastoncelli.

Esplora le ultime ricerche al National Eye Institute

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