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La poesia di Ugo Foscolo è una delle più belle liriche d’amore della letteratura italiana. In pochi versi l’autore rievoca con intensa malinconia il ricordo di una persona cara ormai perduta, paragonandola a delle “fiammelle
” che man mano si spengono nella notte.
Il fuoco di una candela che lentamente consumandosi disperde la sua luce è l’immagine scelta da Foscolo per descrivere l’inevitabile scorrere del tempo e il distacco che esso provoca. Le fiammelle appaiono “tremule”, cioè fragili e vacillanti per sottolineare la loro natura effimera, in contrasto con il desiderio umano di conservare i propri affetti al riparo dall’avanzare delle tenebre.
Non sappiamo chi sia la persona alla quale il poeta si rivolge con questa toccante similitudine, ma è indubbio che abbia rappresentato qualcuno di profondamente caro al suo cuore. Leggendo tra le righe possiamo intuire il dolore di un distacco già consumato o di un addio ormai inevitabile, lasciando nell’anima solo la malincorpora del ricordo.
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