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SOLUZIONE 5 LETTERE: CLITO 

La tragica storia di Clito: l’eroe dimenticato della conquista macedone

Un legame profondo tra comandante e soldato

La storia di Clito rappresenta una delle pagine più drammatiche e complesse della storia di Alessandro Magno. Ufficiale macedone di grande valore, Clito era considerato uno dei più stretti collaboratori del condottiero e aveva combattuto al suo fianco in numerose battaglie decisive. Il loro rapporto era contraddistinto da un legame di profonda fiducia e amicizia che andava ben oltre i normali rapporti gerarchici militari. Clito aveva salvato personalmente la vita di Alessandro durante la battaglia del Granico, diventando uno dei suoi uomini più fidati e stimati.

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Lo scontro fatale durante un banchetto

Il destino di Clito cambiò drammaticamente durante un banchetto a Samarcanda, dove l’ebrezza del vino e le tensioni accumulate portarono a un confronto verbale esplosivo. Clito criticò aspramente le scelte di Alessandro, accusandolo di allontanarsi dalle tradizioni macedoni e di adottare costumi troppo persiani. Le sue parole toccarono profondamente l’orgoglio del giovane conquistatore, che in un raptus di collera impugnò una lancia e uccise personalmente Clito, il suo più fedele compagno.

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Un gesto che segnò la psicologia di Alessandro

L’uccisione di Clito rappresentò un punto di svolta nella psicologia di Alessandro Magno. Immediatamente dopo il gesto, il condottiero fu sopraffatto dal rimorso e dalla disperazione, manifestando una profonda crisi emotiva che lo portò a giorni di lutto e isolamento. La morte di Clito può essere interpretata come un momento di rottura definitiva tra il giovane re e i suoi storici compagni di conquista, segnando l’inizio di una fase più autoritaria e distaccata del suo regno.

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Il significato storico di una morte controversa

La vicenda di Clito offre uno spaccato significativo della personalità complessa di Alessandro Magno. Un uomo capace di grandi slanci emotivi ma anche di improvvise quanto devastanti esplosioni di collera. Clito, da semplice soldato, divenne simbolo di una generazione di macedoni che vedeva con crescente preoccupazione la progressiva trasformazione del loro re in un monarca sempre più distante dalle origini.

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