SOLUZIONE 10 LETTERE: TRENTESIMI
Le frazioni misteriose dei voti universitari: il fascino dei trentesimi
Nel mondo accademico italiano, gli studenti universitari si confrontano quotidianamente con un sistema di valutazione peculiare: i trentesimi. Questo metodo, radicato nella tradizione dell’istruzione superiore del Bel Paese, ha sempre suscitato curiosità e, talvolta, perplessità tra gli studenti stranieri e non solo.
Ma cosa rende i trentesimi così intriganti? È la loro natura frazionaria che cattura l’attenzione. Mentre in molti paesi si utilizzano scale da 1 a 10 o lettere dall’A alla F, in Italia gli esami universitari vengono valutati su una scala che va da 0 a 30, con la possibilità di ottenere la lode per prestazioni eccezionali.
La particolarità di questo sistema emerge quando si considerano i voti intermedi. Non è raro, infatti, sentir parlare di 27 e mezzo, 28 e mezzo, o addirittura 29 e mezzo trentesimi. Queste frazioni, apparentemente bizzarre, riflettono in realtà la volontà dei docenti di fornire una valutazione più precisa e sfumata delle competenze degli studenti.
Ma come si è arrivati a questo sistema? Le origini dei trentesimi affondano le radici nella storia dell’università italiana. Alcuni studiosi sostengono che derivi dal sistema di valutazione utilizzato nelle antiche università medievali, dove il numero 30 aveva un significato simbolico legato alla perfezione.
La scala in trentesimi offre una gamma di sfumature che permette ai professori di distinguere con maggiore precisione tra diverse prestazioni. Ad esempio, un 28 e un 29 possono sembrare simili, ma quel punto di differenza può riflettere sfumature importanti nella preparazione dello studente.
Questa precisione, tuttavia, può talvolta generare confusione. Gli studenti si trovano spesso a confrontare i propri voti con quelli di colleghi di altri atenei o paesi, dove sistemi diversi rendono complesso il paragone. Per questo motivo, le università italiane forniscono tabelle di conversione per facilitare la comprensione internazionale dei trentesimi.
Un aspetto interessante è come questo sistema influenzi la psicologia degli studenti. La differenza tra un 29 e un 30 può sembrare minima, ma per molti rappresenta il confine tra un’ottima prestazione e l’eccellenza. Questa sottile distinzione può spingere gli studenti a impegnarsi ulteriormente per raggiungere il massimo dei trentesimi.
Non mancano le critiche al sistema. Alcuni sostengono che le frazioni dei trentesimi siano superflue e che una scala più semplice sarebbe sufficiente. Altri, invece, apprezzano la possibilità di ricevere una valutazione più dettagliata del proprio lavoro.
Indipendentemente dalle opinioni, i trentesimi rimangono un tratto distintivo dell’università italiana, un piccolo enigma matematico che accompagna gli studenti nel loro percorso accademico. Che si tratti di un 18 risicato o di un brillante 30 e lode, ogni voto in trentesimi racconta una storia di studio, impegno e, talvolta, di quella frazione di punto che fa la differenza.
Link utili:
- Sistema universitario italiano – MIUR
- Università e sistema paese – CRUI
- Il sistema di valutazione italiano
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