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SOLUZIONE 7 LETTERE: ARCADIA 

L’Accademia dei Pastori e delle Pastorelle: Il Fascino dell’Arcadia

Nel cuore del XVIII secolo, l’Italia vide fiorire un movimento letterario e culturale che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella storia della poesia e delle arti: l’Accademia dell’Arcadia. Fondata a Roma nel 1690, questa istituzione si proponeva di rinnovare la letteratura italiana, contrapponendosi al barocchismo e promuovendo un ritorno alla semplicità e alla naturalezza espressiva. L’Arcadia prendeva il nome dall’antica regione greca del Peloponneso, celebrata dai poeti classici come un luogo idilliaco, popolato da pastori e ninfe. Gli accademici, chiamati “pastori arcadi“, adottavano pseudonimi bucolici e si riunivano in incontri chiamati “radunanze”, dove recitavano le proprie composizioni poetiche. Tra i membri più illustri dell’Accademia si annoverano figure come Giovan Mario Crescimbeni, il suo primo “custode”, e la celebre poetessa Maria Antonia Scalera Stellini, nota con il nome arcade di Corilla Olimpica. L’Arcadia non si limitava a Roma: presto si diffuse in tutta Italia, con la creazione di numerose “colonie” in diverse città. Il simbolo dell’Accademia era la siringa di Pan, strumento musicale associato alla vita pastorale, mentre il suo motto recitava “Iuvat in sylvis habitare” (È piacevole abitare nei boschi), riprendendo un verso delle Bucoliche di Virgilio. L’estetica arcadica si basava su alcuni principi fondamentali: la ricerca della “bella natura”, l’imitazione dei classici, la chiarezza espressiva e il rifiuto degli eccessi retorici tipici del barocco. I pastori e le pastorelle dell’Arcadia celebravano nei loro versi un mondo idealizzato, fatto di amori innocenti, paesaggi bucolici e una vita semplice e virtuosa. Tuttavia, sarebbe riduttivo considerare l’Arcadia solo come un movimento di evasione dalla realtà. Molti accademici erano intellettuali impegnati, che utilizzavano la cornice bucolica per veicolare messaggi di rinnovamento culturale e, talvolta, anche politico. L’influenza dell’Arcadia si estese ben oltre i confini della letteratura, influenzando profondamente le arti figurative, la musica e persino l’architettura dei giardini. Il gusto arcadico per la natura idealizzata si riflette, ad esempio, nei paesaggi dipinti da artisti come Claude Lorrain e Nicolas Poussin. Nonostante il suo declino nella seconda metà del Settecento, l’eredità dell’Arcadia rimase viva, influenzando il nascente movimento romantico e lasciando tracce durature nella cultura italiana ed europea. Oggi, l’Accademia dell’Arcadia continua a esistere come istituzione culturale, con sede a Roma, dedicata allo studio e alla promozione della letteratura italiana. L’Arcadia, con i suoi pastori e le sue pastorelle, rappresenta un capitolo affascinante della storia culturale italiana, un movimento che ha saputo coniugare la nostalgia per un passato idealizzato con l’aspirazione a un rinnovamento della poesia e delle arti. La sua eredità continua a ispirare studiosi e appassionati, ricordandoci il potere dell’immaginazione e della bellezza nella creazione artistica.

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