SOLUZIONE 3 LETTERE: ALI
La vita straordinaria di Muhammad Ali
L’infanzia e i primi passi nel pugilato
Nel cuore di Louisville, Kentucky, nacque un ragazzo destinato a diventare molto più di un semplice pugile. Cassius Clay, questo il suo nome originale, crebbe in un’America segregata dove il colore della pelle determinava le opportunità di vita. Sin da giovane, Ali mostrò una determinazione fuori dal comune, iniziando a boxare all’età di 12 anni dopo che la sua bicicletta era stata rubata.
Sito Ufficiale del Comitato OlimpicoLa rivoluzione dentro e fuori dal ring
Ali non era solo un atleta, ma un rivoluzionario. Rifiutò di essere arruolato durante la guerra del Vietnam, dichiarando l’obiezione di coscienza e pagando un prezzo altissimo: la sospensione del titolo mondiale e l’allontanamento dalle competizioni. La sua frase “Nessun vietnamita mi ha mai chiamato negro” divenne un simbolo di resistenza contro il razzismo.
Premio Nobel per la PaceLo stile inconfondibile sul ring
Il suo modo di boxare era unico: schivava i pugni con una grazia quasi da ballerino, colpendo con precisione chirurgica. Muhammad Ali inventò espressioni come “galleggiare come una farfalla, pungere come un’ape” che rivoluzionarono l’arte della boxe. I suoi match contro Sonny Liston, Joe Frazier e George Foreman sono ancora oggi leggendari.
Boxing Scene NewsOltre lo sport: un’icona globale
Con il tempo, Ali divenne molto più di un pugile. Fu un attivista per i diritti civili, un messaggero di pace e un simbolo di resistenza. Nonostante la malattia di Parkinson che lo colpì dopo la carriera, continuò a combattere per cause umanitarie, ricevendo la Presidential Medal of Freedom nel 2005.
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