SOLUZIONE 16 LETTERE: PORTA DELL’INFERNO Il grande cratere ardente del Turkmenistan Dizy
Il grande cratere ardente del Turkmenistan: un fenomeno naturale spettacolare e misterioso
Cos’è il cratere ardente del Turkmenistan
Nel cuore del deserto del Karakum, in Turkmenistan, si trova uno dei fenomeni geologici più affascinanti e spettacolari del pianeta: il cratere di Darvaza, conosciuto in tutto il mondo come la Porta dell’Inferno. Questo impressionante cratere, con un diametro di circa 70 metri e una profondità di 30 metri, brucia ininterrottamente da quasi 50 anni, creando uno spettacolo notturno di fiamme danzanti visibile anche a grande distanza nel deserto. Il bagliore rossastro che emana illumina il paesaggio circostante, trasformando le sabbie del Karakum in un panorama quasi extraterrestre, che attira visitatori da ogni angolo del globo desiderosi di contemplare questo straordinario fenomeno naturale.
Approfondisci sul National GeographicL’origine del cratere: tra scienza e leggende
La storia della Porta dell’Inferno ha inizio nel 1971, quando un gruppo di geologi sovietici stava conducendo trivellazioni esplorative alla ricerca di giacimenti di gas naturale. Durante le operazioni, gli scienziati intercettarono accidentalmente una cavità sotterranea piena di gas metano, causando il collasso del terreno e la formazione dell’enorme cratere. Temendo la dispersione di gas nocivi nell’ambiente circostante, i geologi decisero di dare fuoco al cratere, pensando che le fiamme si sarebbero estinte nel giro di poche settimane. Contrariamente alle loro previsioni, il cratere continua a bruciare ancora oggi, alimentato dalle immense riserve di gas naturale presenti nel sottosuolo del Turkmenistan, uno dei paesi con le maggiori riserve di gas al mondo.
Leggi l’articolo dello Smithsonian MagazineUn fenomeno turistico in crescita
Negli ultimi decenni, la Porta dell’Inferno si è trasformata da incidente geologico a una delle principali attrazioni turistiche del Turkmenistan. Nonostante la relativa difficoltà di accesso – il cratere si trova a circa 260 chilometri dalla capitale Ashgabat, in pieno deserto – ogni anno migliaia di visitatori intraprendono il viaggio per ammirare questo spettacolare fenomeno. L’esperienza più suggestiva è senza dubbio quella notturna, quando le fiamme creano giochi di luce ipnotici contro il cielo stellato del deserto. Molti turisti scelgono di accamparsi nelle vicinanze per godere dello spettacolo per tutta la notte, creando un’atmosfera unica tra le tende disseminate intorno al perimetro infuocato.
Scopri di più su Lonely PlanetImpatto ambientale e controversie
Se da un lato la Porta dell’Inferno rappresenta una risorsa turistica importante per il Turkmenistan, dall’altro solleva serie preoccupazioni di carattere ambientale. La combustione continua del gas metano contribuisce all’emissione di grandi quantità di CO2 nell’atmosfera, aggravando il problema del cambiamento climatico. Secondo alcune stime, ogni anno il cratere rilascia nell’atmosfera migliaia di tonnellate di anidride carbonica e metano, due dei principali gas serra. Nel 2010, il presidente turkmeno Gurbanguly Berdimuhamedow visitò il sito e ordinò che il cratere fosse riempito, ma finora nessuna azione concreta è stata intrapresa, probabilmente a causa della complessità tecnica dell’operazione e dell’importanza turistica che il sito ha acquisito.
Articolo della BBC sull’impatto ambientaleEsplorazione scientifica del cratere
Nel 2013, l’esploratore canadese George Kourounis è diventato la prima persona a scendere all’interno del cratere ardente, in una missione sponsorizzata da National Geographic. Indossando una tuta protettiva speciale e dotato di attrezzature per la raccolta di campioni, Kourounis è riuscito a raggiungere il fondo della Porta dell’Inferno per effettuare analisi scientifiche. Lo scopo principale della missione era determinare se forme di vita estremofila potessero esistere in un ambiente così ostile. Sorprendentemente, nei campioni raccolti sono stati trovati batteri che prosperavano nonostante le temperature estreme, offrendo nuove prospettive sulla capacità della vita di adattarsi a condizioni apparentemente impossibili e fornendo potenziali indizi sulla ricerca di vita su altri pianeti con condizioni estreme.
Guarda il video dell’esplorazione di KourounisIl futuro incerto del cratere
Il destino della Porta dell’Inferno rimane incerto. Nel gennaio 2022, il presidente turkmeno Berdimuhamedow ha nuovamente espresso la volontà di spegnere il cratere, citando preoccupazioni ambientali e il desiderio di sfruttare le risorse di gas naturale che attualmente alimentano il fuoco. Gli esperti stimano che le riserve di gas che alimentano le fiamme potrebbero continuare a bruciare per decenni, se non per secoli. Tuttavia, spegnere un incendio di tali proporzioni rappresenta una sfida ingegneristica notevole, che richiederebbe tecniche avanzate di estinzione e probabilmente il riempimento completo del cratere. Nel frattempo, il dibattito continua tra chi vorrebbe preservare questo straordinario fenomeno naturale come attrazione turistica e chi invece sottolinea l’importanza di ridurre il suo impatto ambientale.
Leggi l’articolo di Reuters sulle dichiarazioni del presidenteCome visitare il cratere di Darvaza
Visitare la Porta dell’Inferno richiede una certa preparazione, dato che il sito si trova in una zona remota del deserto del Karakum. La maggior parte dei turisti parte dalla capitale Ashgabat con tour organizzati che includono il trasporto in veicoli 4×4, necessari per affrontare le piste sabbiose del deserto. Il periodo migliore per la visita va da aprile a ottobre, quando le temperature nel deserto sono più tollerabili, soprattutto di notte. Molti tour includono l’esperienza di campeggiare nei pressi del cratere, permettendo ai visitatori di ammirare lo spettacolo delle fiamme sia al tramonto che all’alba. È importante ricordare che il Turkmenistan ha un regime di visti piuttosto restrittivo, quindi è consigliabile organizzare il viaggio con largo anticipo attraverso agenzie specializzate che possano assistere con le pratiche burocratiche.
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