Scilla e Cariddi: i mostri mitologici che ancora oggi terrorizzano lo Stretto di Messina

Le origini del mito e la trasformazione in mostri marini

Nella mitologia greca, Cariddi era una ninfa figlia di Poseidone e Gea che, per aver rubato il bestiame di Eracle, fu trasformata da Zeus in un mostro marino. Scilla, invece, era una bellissima ninfa trasformata in un orribile mostro dalla maga Circe, gelosa dell’amore che Glauco provava per lei. Da allora, questi due esseri mostruosi hanno rappresentato i pericoli dello Stretto di Messina, terrorizzando marinai e viaggiatori per millenni.

La realtà geografica dietro la leggenda

I fenomeni naturali che hanno dato origine al mito sono ancora oggi osservabili. Cariddi rappresenta i potenti vortici che si formano al largo di Messina, mentre Scilla simboleggia gli insidiosi scogli presso la costa calabrese. Le correnti marine dello Stretto, influenzate dalle maree, creano ancora oggi pericolosi mulinelli che possono mettere in difficoltà le imbarcazioni più piccole.

L’impatto sulla letteratura e sulla cultura

L’Odissea di Omero ha reso immortale il passaggio di Ulisse tra i due mostri, scegliendo di avvicinarsi a Scilla per perdere solo sei uomini invece di rischiare che l’intera nave venisse inghiottita da Cariddi. Questa narrazione ha influenzato numerose opere letterarie successive, diventando simbolo universale della scelta tra due mali necessari, tanto che ancora oggi l’espressione “tra Scilla e Cariddi” indica una situazione di difficile risoluzione.

Il fascino turistico contemporaneo

Oggi, i luoghi associati a questi mitici mostri sono diventati attrazioni turistiche. Il comune di Scilla in Calabria, con il suo pittoresco castello Ruffo e il caratteristico quartiere di Chianalea, attira visitatori da tutto il mondo. Mentre dal lato siciliano, il fenomeno di Cariddi può essere osservato dalla costa messinese, dove i vortici marini continuano a formarsi, seppur meno minacciosi di quanto narrato nel mito.