Alla scoperta di Urano: il gigante ghiacciato del Sistema Solare

La storia della scoperta del settimo pianeta

Nel 1781, l’astronomo William Herschel fece una scoperta rivoluzionaria osservando quello che inizialmente credeva fosse una cometa. Solo successivamente si rese conto di aver individuato Urano, il settimo pianeta del nostro Sistema Solare. Questa scoperta segnò la prima individuazione di un pianeta attraverso un telescopio, ampliando significativamente i confini del nostro sistema planetario conosciuto.

Caratteristiche uniche di un gigante ghiacciato

Urano è classificato come un gigante ghiacciato, con un diametro circa quattro volte quello della Terra. La sua peculiarità più sorprendente è l’inclinazione del suo asse di rotazione, che è di circa 98 gradi. Questo significa che il pianeta ruota praticamente “su un fianco”, causando stagioni estreme che durano circa 21 anni terrestri ciascuna. L’atmosfera uraniana è composta principalmente da idrogeno, elio e metano, quest’ultimo responsabile del caratteristico colore azzurro-verdastro.

Il sistema di anelli e lune

Sebbene meno spettacolari di quelli di Saturno, anche Urano possiede un sistema di anelli, scoperti nel 1977. Il pianeta è circondato da 13 anelli principali e 27 lune conosciute, tutte nominate da personaggi delle opere di William Shakespeare e Alexander Pope. Le cinque lune principali – Miranda, Ariel, Umbriel, Titania e Oberon – mostrano superfici geologicamente complesse con crateri, canyon e possibili segni di attività geologica passata.

Misteri atmosferici e tempeste

L’atmosfera di Urano nasconde ancora molti misteri. Durante il passaggio della sonda Voyager 2 nel 1986, il pianeta appariva come una sfera quasi uniforme senza caratteristiche distintive. Tuttavia, osservazioni più recenti hanno rivelato che l’atmosfera uraniana è molto più dinamica di quanto si pensasse, con tempeste occasionali e venti che possono raggiungere velocità di 900 km/h. Gli strati più esterni dell’atmosfera mostrano bande di nubi e vortici simili a quelli osservati su Giove e Saturno, anche se meno pronunciati.