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Ares: il dio della guerra che terrorizzava persino gli altri dei dell’Olimpo
Le origini del dio della guerra nella mitologia greca
Nella mitologia greca, Ares rappresentava l’incarnazione della violenza e della brutalità della guerra. Figlio di Zeus ed Era, Ares non godeva della stessa popolarità di altre divinità olimpiche, tanto che persino suo padre lo definiva la divinità più detestabile dell’Olimpo. A differenza di Atena, che rappresentava la strategia militare e la guerra giusta, Ares era il simbolo del conflitto selvaggio e dello spargimento di sangue fine a se stesso.
Fonte: Theoi Greek Mythology
I simboli e gli attributi del dio della guerra
Gli attributi di Ares includevano elementi tipicamente bellici: la lancia, lo scudo, l’elmo e il carro da guerra. I suoi animali sacri erano il cane e l’avvoltoio, simboli di ferocia e morte. Il dio era spesso raffigurato come un giovane guerriero dalla prestanza fisica straordinaria, armato fino ai denti. Curiosamente, nonostante la sua natura violenta, Ares veniva spesso rappresentato anche come amante appassionato, particolarmente noto per la sua relazione con Afrodite.
Fonte: Metropolitan Museum of Art
Il culto e i templi dedicati al dio della guerra
Sebbene Ares fosse una delle dodici divinità principali dell’Olimpo, il suo culto non era particolarmente diffuso nell’antica Grecia. Sparta, città-stato nota per la sua cultura militaristica, era uno dei pochi luoghi dove Ares riceveva particolare venerazione. I templi dedicati ad Ares erano relativamente rari, e molti di questi si trovavano in luoghi isolati o zones di confine, riflettendo forse la natura marginale e pericolosa attribuita al dio.
Fonte: Perseus Digital Library
Le storie mitologiche e le sconfitte del dio della guerra
Nonostante la sua natura divina e la sua forza straordinaria, Ares viene spesso descritto nei miti come perdente in vari scontri. Durante la Guerra di Troia, venne ferito dal mortale Diomede con l’aiuto di Atena. In un’altra famosa storia, i giganti Oto ed Efialte riuscirono a imprigionare Ares in un vaso di bronzo per tredici mesi. Queste narrazioni suggeriscono che i Greci vedessero la forza bruta di Ares come inferiore all’intelligenza strategica e alla giustizia.
Fonte: Greek Mythology
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