SOLUZIONE 4 LETTERE: TINI
La magia della vendemmia: quando i tini si riempiono di mosto
L’autunno porta con sé uno degli spettacoli più affascinanti del mondo vinicolo: la vendemmia. È il momento in cui i grappoli d’uva, carichi di succo e promesse, vengono raccolti e trasformati in quel nettare che allieterà le nostre tavole. Ma cosa succede dopo che l’uva viene raccolta? Entra in scena un protagonista silenzioso ma fondamentale: il tino.
I tini sono grandi recipienti utilizzati per la fermentazione del mosto, il succo d’uva appena pressato. Questi contenitori, che possono essere di legno, cemento o acciaio inossidabile, diventano la culla dove nasce il vino. Quando si riempiono di mosto, i tini iniziano a brulicare di vita: i lieviti naturalmente presenti sulla buccia dell’uva o aggiunti dall’enologo entrano in azione, trasformando gli zuccheri in alcol e anidride carbonica.
Il processo di riempimento dei tini è un momento cruciale. Il mosto viene versato con cura, evitando un’eccessiva ossigenazione che potrebbe compromettere la qualità del futuro vino. In alcune cantine, si possono ancora vedere tini di legno tradizionali, mentre in altre dominano i moderni tini in acciaio, dotati di sofisticati sistemi di controllo della temperatura.
Durante la fermentazione, i tini diventano un vero e proprio laboratorio a cielo aperto. L’enologo monitora costantemente la temperatura, la densità e altri parametri per assicurare che il processo proceda nel modo corretto. Le vinacce, ovvero le bucce e i semi dell’uva, formano uno strato solido sulla superficie del mosto in fermentazione, creando il cosiddetto “cappello”. Questo deve essere periodicamente rimescolato nel liquido sottostante, un’operazione chiamata “follatura” che può essere manuale o meccanizzata.
I tini pieni di mosto in fermentazione emanano un profumo inebriante, un mix di frutta fresca e lieviti che riempie l’aria della cantina. È un odore che annuncia l’arrivo di una nuova annata, carica di aspettative e potenziale. Ogni tino contiene una storia unica, influenzata dal terroir, dalle condizioni climatiche dell’anno e dalle scelte dell’enologo.
La capacità dei tini può variare enormemente: si va dai piccoli tini da pochi ettolitri usati per le produzioni di nicchia, ai giganteschi tini industriali che possono contenere migliaia di litri di mosto. La scelta della dimensione del tino non è casuale, ma dipende dal tipo di vino che si vuole produrre e dalle tradizioni locali.
Mentre il mosto fermenta nei tini, la cantina si anima di un’energia particolare. È un periodo di duro lavoro ma anche di grande eccitazione, in cui si gettano le basi per il vino che verrà. I tini pieni di mosto sono il simbolo tangibile di questo momento magico, in cui l’uva inizia il suo viaggio per diventare vino.
Link utili:
- Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino
- Associazione Enologi Enotecnici Italiani
- Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari per la Tutela delle Denominazioni dei Vini Italiani
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